I Dammusi di Borgo Cala Creta

C.da Cala Creta, snc, Cala Creta Lampedusa AG Sicilia
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Premio STRUTTURA A DOG

Perché siamo A DOG ?

Gli animali sono ammessi nei nostri Dammusi e all'interno del ristorante e potranno godere di tutta la tranquillità e la natura che circonda le strutture.


Servizi Speciali A DOG

  • Accesso Ristorante ai Cani
  • NO Botti a Capodanno

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Animali Ammessi

  • Cani taglia Piccola
  • Cani taglia Media
  • Gatti
  • Altri Animali

Servizi per Animali

  • Ciotole

Servizi Struttura

  • Aria Condizionata
  • Accetta Carte di Credito
  • Ristorante
  • WiFi/Internet Point
  • Parcheggio Privato
  • Navetta/Trasferimenti
  • Giardino

Descrizione

In uno scenario di sapore africano, a picco sul mare di una delle più suggestive baie dell’Isola, direttamente sulla riserva marina delle Isole Pelagie, il Villaggio è composto da un piccolo borgo di 23 autentici Dammusi in pietra, di ispirazione araba, immersi nella macchia mediterranea.

Il Borgo, a gestione familiare sin dal 1970, con i servizi compresi (Navetta per Aeroporto/Porto Paese e le spiagge ad orari prefissati, Giro dell'Isola in Land Rover, Teli Spiaggia con cambio infrasettimanale, Cocktail di Benvenuto, Transfert da/per Aeroporto o Porto) e quelli accessori (Convenzione con centro dive PADI, noleggio auto, scooter, biciclette, barche e gommoni, Escursioni a Linosa o Lampione.), che permettono di personalizzare la vacanza secondo le proprie esigenze, è il classico luogo per chi, al di fuori dagli schemi classici, ricerca riposo e relax fra i più intensi colori e profumi del Mediterraneo.


Video

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Nei Dintorni

Nonostante sia stata considerata dagli inglesi, che per primi la “mapparono", fra le prime sette isole nel mondo per bellezza del mare e delle spiagge, Lampedusa non offre solo mare ma dei meravigliosi spettacoli floreali e faunistici. L'isola, ormai “gariga irreversibile" muta il suo aspetto e cambia colore ed aroma con l'alternarsi delle stagioni: le scille la ricoprono in ottobre rendendola bianca e azzurra, la fioritura delle acacie e delle gaggie la ricopre di giallo in marzo/aprile, ed immediatamente dopo i cuscini di timo selvatico ed i fiori di cardo la trasformano in viola e lilla.

Quest'alternarsi cromatico scandisce da sempre il passo delle balene, che ogni anno ad aprile lambiscono Lampedusa con i loro piccoli, lasciandosi trasportare dalle correnti ricche di gambero; accompagna, da minor tempo la caccia del falco della regina, ormai stanziale, che scambia la preda con la sua compagna in picchiate ad oltre 120 km. l'ora.; assiste all'antico rito del ritorno, anche dagli oceani, delle tartarughe per deporre le uova nello steso luogo ove sono nate.

Appartenente all'arcipelago delle Pelagie (dal greco altomare) con l'isola di Lampione rappresenta, data la loro appartenenza alla piattaforma continentale africana, il territorio insulare non pertinente alla Sicilia vera e propria. Questa loro storia peculiare, scandita da periodi di abbandono antropico durati interi secoli e svoltasi quasi sempre al margine delle vicende siciliane, ha conferito a questi lembi di terra caratteristiche di unicità che permettono di distinguerli con decisione dagli altri satelliti dell'Isola Madre.

In questa breve e rigorosa descrizione di queste isole, tratta dall'introduzione alla Storia naturale delle Isole Pelagie, si possono ritrovare i tratti salienti ed inconfutabili del "carattere" di Lampedusa.

Carattere che i "viaggiatori" più attenti hanno trasformato, translando le sensazioni e l'anima di un famoso libro, nel più semplice, e forse banale, "Lampedusa ... la mia Africa". A nulla vale il fatto che dal paleolitico, ciclicamente sino ai Fenici, ai Greci, ai Romani ed agli Arabi l'Isola sia stata abitata e poi abbandonata e dopo quattrocento anni di solitudine e di pirati nel 1760 fu colonizzata da sei francesi seguiti , dopo sedici anni, da un nucleo familiare maltese. E poi, mentre l'occidente consolidava i suoi primati, fu un susseguirsi di piccoli gruppi di agricoltori capeggiati ora da maltesi ora da inglesi. Anche i Russi, con il principe Potemkin tentò l'acquisto dell'Isola per poter insediarvi una colonia di sudditi della zarina. Ed ancor meno può aver significato che con l'arrivo dei primi 120 panteschi nel 1843 si possa iniziare a parlare di una vera comunità residente. Infatti, non rimanendo traccia di alcuna vicissitudine passata, l'essere, l'essenza, l'anima di quest'isola è saldamente ancorata alle sue caratteristiche fisico-geografiche, alla sua luce, ai suoi odori, ai suoi colori e ai suoi estremi.

Isola dura, aspra, arida, forte, primitiva e respingente, ma anche isola unica, magica, ricca, inebriante, avvolgente ed affascinante che emana un profumo, un fiato e un essenza anestetizzante.